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Immagine del redattorelucia ambrosino

CAMBIAMENTO

Aggiornamento: 28 gen

Non è mai semplice spiegare agli altri il motivo o spesso i motivi che spingono a fare dei cambiamenti, soprattutto quelli che significano interiormente delle fratture e per cio' sono questioni sudate, dapprima allontanante, procrastinate o relativizzate e poi sentite di grossa importanza e vitali.

La mia frattura piu' recente è avvenuta lasciando il lavoro a scuola dopo 15 anni. Tanto peso ha avuto il condizionamento sociale e familiare per l'importanza del lavoro sicuro e ancor di più rivestito da un ruolo pubblico quale quello della maestra, e tanto peso personale ha istruire ed educare persone, piccole anime in cammino.


Dopo aver superato un concorso pubblico mi sentivo entusiasta e orgogliosa di lavorare a scuola ma col passare degli anni hanno prevalso altre considerazioni realizzate in modo lampante con l'arrivo della pandemia che credo per tutti abbia significato uno spartiacque in un qualche settore della vita.

Per me ha significato riconoscere il mio dissenso dalle logiche governanti dell'Istituzione scolastica che hanno assorbito e condotto molto la rivoluzione tecnologica, sempre più penetrante nella vita di adulti, genitori, insegnanti e anche bambini.

Luci e ombre vi sono in ogni situazione ma col tempo ho capito che quest'ombra non ero disposta ad accantonarla perchè non trovo umanamente edificante usare registri elettronici che tolgono sguardi relazionali, che i genitori possano vedere subito un esito dell'alunno, ancor prima che il figlio/a lo racconti a casa, nè vedere i compiti su un diario elettronico; non trovo poi cosi democratico e inclusivo che tutti oggi debbano avere un pc per fare scuola e auspicabilmente con rete wi fi potente.


Non riconoscevo del tutto coerenza tra me, il mio intimo e il modus operandi della scuola tecnologica già negli anni della primaria.

E' stato un dialogo sofferto ma anche un viaggio d'amore - perchè l'amore si nasconde molto bene nelle difficoltà - comprendere di non avere l'elasticità di saltellare tra libri, pc e lezioni frontali, riunioni e comunicazioni a tutte le ore e ciò che desiderava il mio corpo era un altro ritmo.

Scandagliavo i pro e i contro nel tempo libero che era divenuto solo un tempo di fuga, ma l'emozione e la sensazione fisica di epilogo, era la cartina tornasole che ha prevalso sulla separazione razionale di vantaggi e svantaggi.


Oltre a tutto cio' ovviamente, sentivo il dispiacere di immaginare la mia quotidianitò senza gli occhi, il caos creativo, la guerra e la pace dei bambini, il sapore delle conquiste che loro diffondono, la loro genialità spontanea.


Il corpo manifestava scollamento tra forze mentali, emotive e fisiche attraverso la riduzione dell'appetito, la pesantezza mentale, la pressione sregolata, la mancanza di socialità pro attiva e la netta sensazione che l'anima si assentava dal corpo nelle giornate più difficili. Si potrebbe disegnare la sensazione di angoscia.


Mi impegnavo parallelamente a operare con pensiero positivo, tolleranza, valore dell'impegno e del sacrificio che ogni attività umana richiede per crescere e costruire sicurezze economico-materiali ma la domanda era: il sacrificio è proprio avulso dal piacere e dal benessere o possono in un qualche modo coesistere, quasi in armonia? La vita non è una passeggiata si dice, ma nemmeno penso una scalata senza sosta. Per alcuni lo è, piu' di altri e nel momento in cui si accetta questo dato di fatto, si trovano nuovi stimoli e risorse endogene per decidere COME STARE in una situazione.

Quando si perdura in situazioni di affaticamento dato anche dal non ascolto completo di messaggi del corpo, può nascere il malessere e creare col tempo solchi.

Provare malessere è anche questione naturale umana, tutto vive su dualismi, ma non bisogna abituarsi al malessere, al proprio dolore, al proprio peso interiore. Non credo profondamente sia questo il senso del sacrificio.


Vi è un linguaggio più profondo psichico (psiche=anima) che lamenta diverse attenzioni verso la realtà visibile ed è qui che l'approccio Bioenergetico è stata per me una strada di scoperta che ha sostenuto un passaggio di decidere come stare e poi come non stare in una situazione.

Il corpo agisce solo dopo un intervento sulla mente razionale, solo dopo che questa smette di lottare e si dissipano ansia e controllo.


Non è una discesa arrivare al nodo di un proprio cambiamento ma nel momento in cui ci si arriva, sembra fosse bastato schiocco di dita, si sorride amaramente e ci si chiede come abbiamo vissuto precedentemente in quella botte per quel tempo.

L'unica strada è una: L'amore. Ma questo amore si esprime in diversi modi, in ognuno intraprende cammini differenti per arrivare a comprendere una forma di amore più profondo collegato alla NaturaForse la coscienza ci permette di vivere l'esperienza di cui abbiamo bisogno in un dato momento, lungo o breve che sia.

Quando non vi è rimpianto, sappiamo che è stato un cambiamento giusto: il giusto e sbagliato esiste relativamente, non in modo assoluto se non nell'infliggere violenza.

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Mi preme divulgare la Bioenergetica, farla sperimentare alle persone dopo che in me ha portato ad allentare una catena, perchè ascoltare e scoprire i propri processi energetici interni, aiuta a sciogliere delle tensioni corporee che raccontano anche la propria biografia fatta di temperemento, educazione, modelli appresi, ricordi, carattere, abitudini, paure inconsce. Siamo noi stessi a volte a creare delle catene dalle quali abbiamo paura ad allontanarci pensando che solo in un modo possa essere la strada davanti a noi, già tracciata dal destino, o da figure di riferimento per il nostro bene e per loro umane miopie.


Amo molto la Bioenergetica perchè gli esercizi in modo morbido e graduale, mirano ad ammorbidire le rigidità fisiche, specchio di resistenze, limiti autoimposti che ostacolano spinte di vitalità, salute e nuove connessioni interiori che non necessariamente determinano scelte drastiche ma sempre cambiamenti esterni nella realtà.


Molte volte i nostri cambiamenti non vengono capiti dagli altri ma non è sempre cosi fondamentale: chi ci vuole bene e risuona con la nostra energia, puo' capire che i cambiamenti sono dettati da spinte evolutive che rispondono a logiche apparentemente irrazionali ma sempre facenti parte della realtà fatta sia di logos che caos, cioè pathos.








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